Ci sono libri che non vorresti mai trovarti tra le mani. Sia per il timore di vedere elencati i tuoi errori. Sia perché, con grande presunzione, ciascuno di noi pensa di saperne molto di più di quanto possano racchiudere certe pagine. Non è così con il volume "Il cervello degli adolescenti", edito da Mondadori. L'ha scritto Frances E. Jensen, una neurologa dell'Università di Pennsylvania, negli Stati Uniti. Con lei ha collaborato Amy Ellis Nutt, scrittrice e giornalista scientifica del Washington Post. Non è così e qui abbiamo l'ulteriore conferma.
Ci sono libri che non vorresti mai trovarti tra le mani. Sia per il timore di vedere elencati i tuoi errori. Sia perché, con grande presunzione, ciascuno di noi pensa di saperne molto di più di quanto possano racchiudere certe pagine. Non è così con il volume "Il cervello degli adolescenti", edito da Mondadori. L'ha scritto Frances E. Jensen, una neurologa dell'Università di Pennsylvania, negli Stati Uniti. Con lei ha collaborato Amy Ellis Nutt, scrittrice e giornalista scientifica del Washington Post. Non è così e qui abbiamo l'ulteriore conferma.
Di genitori e figli teen-ager che non si capiscono è pieno il mondo. Non siamo forse stati anche noi ragazzini in un passato che tendiamo a dimenticare? Se solo volessimo, potremmo ricordare i silenzi, i sentimenti violenti che ci davano angoscia, l'indifferenza, l'incapacità di comprendere certi sì e certi no. Ora però siamo dall'altra parte. E ci facciamo tante domande senza trovare risposte adeguate. Per esempio: come si comporterà nostro figlio/figlia di fronte ai pericoli? E questi temibili nemici sono soltanto la droga, l'alcol, la violenza, il sesso, Internet, i social network, le moto, le discoteche, lo sballo? Insomma, cosa pensa il cervello di un giovanissimo?
La neurologa Jensen è una studiosa molto attenta. "Benché il comportamento rischioso sia da millenni tipico dell'adolescenza", scrive nel suo libro, "il mondo odierno espone ad azzardi particolari, forse maggiori di quanti ve ne siano mai stati in qualsiasi altro periodo della storia umana". Per fortuna oggi la neurofisiologia e le neuroscienze ci permettono di capire meglio. Gli studi dell'ultimo decennio, infatti, hanno dimostrato che le funzioni del cervello di un adolescente sono diverse da quelle di un adulto. Che cosa significa? Semplicemente che una ragazzina ostile o un ragazzino distratto, muti e furiosi perché hanno avuto un divieto oppure una richiesta, non stanno facendo la guerra ai genitori come si è sempre pensato. Una specifica zona cerebrale (i lobi frontali) non è ancora del tutto sviluppata in loro. Ecco perché non sono ben consapevoli di quello che stanno facendo né delle conseguenze.
Prendiamo il caso di Internet. Quante volte vi siete trovati a "misurare" il tempo, a gridare di smettere, a vietare l'uso successivo perché il patto iniziale non è stato rispettato? "Nella dipendenza da Internet", spiega la neurologa Jensen, "entra in gioco lo stesso circuito della gratificazione che si attiva per le tossicodipendenza. La tecnologia costituisce l'ennesima occasione di inseguire le novità. E poiché è facilissimo stimolare il cervello degli adolescenti, basta il più recente giocattolo digitale per farli distrarre". Tecnicamente nella testa di un adolescente succede questo. "Un nuovo telefono, l'alcol, il sesso, un paio di pantaloni, una corsa in motorino attivano il circuito cerebrale della ricompensa, quindi l'abbondante rilascio della dopamina, la sostanza che gratifica, rende forti e invulnerabili". Peccato che l'effetto duri così poco da richiedere sempre nuovi stimoli, da cui derivano le dipendenze.
Chi dovrebbe leggere questo libro? Le mamme e i papà degli adolescenti, è ovvio. Ma anche chi è ormai cresciuto anagraficamente, cioè gli eterni bambini, i Peter Pan che rimandano l'età adulta. E i medici, tanto per aggiornarsi. Perché è facile dire ai genitori preoccupati per il figlio "abbiate pazienza, crescerà". Certo che crescerà, ma come? E quando? A questo e ad altre domande cerca di rispondere il libro della neurologa Jensen, una studiosa da non sottovalutare.
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