Ciao babbo, credo di non averlo mai fatto in vita mia, ma è arrivato il momento di dirti grazie.
- Grazie per avermi sempre raccontato che desideravi un figlio maschio e quando, usciti dalla sala parto, ti hanno detto che ero femmina, ti sei sentito l’uomo più felice del mondo.
- Grazie per avere trascorso intere estati al mare con me.
- Grazie per avermi parlato sin da quando ero piccolissima delle tue passioni e avermele trasmesse.
- Grazie per le ore passate insieme a parlare di calcio, di politica, di ciclismo, persino di pugilato.
- Grazie per non avermi mai dato uno sculaccione.
- Grazie per i baci, le carezze, l’affetto infinito.
- Grazie per la pazienza.
- Grazie per le domeniche mattina in cui mi facevi venire nel lettone e mi raccontavi storie inventate da te. Io fingevo di dormire e tu: “ Volpe, che fai? Dormi?”. Era il nostro gioco segreto.
- Grazie per esserti sempre occupato della scuola, andando ai colloqui con i professori.
- Grazie per non esserti mai impicciato nelle mie amicizie e nei miei amori.
- Grazie per avermi accompagnato in giro nei negozi, quando non riuscivo mai a trovare niente che mi piacesse (grazie e scusa, per questo).
- Grazie per non avere mai criticato le mie scelte: il liceo, l’università, il trasferimento a Milano.
- Grazie per la tua presenza costante, eppure discreta.
- Grazie per non essere mai stato invadente.
- Grazie per essere sempre stato al mio fianco, dalla mia parte sempre.
- Grazie per avere sostenuto i miei sogni anche se erano diversi dai tuoi e avermi aiutato a realizzarli.
- Grazie per essere stato un padre che più che un padre sembrava una madre.
- Grazie per avermi insegnato tutto quello che è veramente importante: il rispetto per gli altri, il coraggio delle proprie idee e dei propri sentimenti, l’onestà, la libertà di essere se stessi, il primato dell’intelligenza sulla forza. Sei diventato padre tardi, negli anni Sessanta, hai più di 80 anni, eppure sei più moderno, più avanti, di tanti ragazzi che dovrebbero imparare da uomini come te a fare i papà.
E adesso ti chiedo scusa per una frase che non avrei mai dovuto dire e di cui mi pentirò per tutta la vita. Era un giorno come tanti. Ero seduta a tavola, dopo la scuola. Ero alle elementari. Tu sei rientrato dal lavoro e, come ogni giorno, mi hai dato un bacio sulla testa. Con una crudeltà di cui solo i bambini sono capaci, me ne sono uscita con queste parole: “Non baciarmi mai più, sono grande adesso”. Non l’avessi mai detto babbo! Mi mancano i tuoi baci, mi sono sempre mancati. Ma non ho mai avuto il coraggio di fare marcia indietro.
Un bacio
Tua figlia Sabrina
P.s
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