Storie di mammeLa mia storia di mamma inizia 27 anni fa, quando, dopo due anni di matrimonio, scoprii di essere incinta. Avevo 22 anni. Trascorsi nove mesi quasi tranquilli, dico quasi, perché al terzo rischiai un aborto spontaneo e, portata urgentemente in ospedale, mi dissero che sarei dovuta stare a letto fino al quinto mese. I mesi a seguire trascorsero serenamente, mi ero fatta più bella ed ero felice di attendereun maschietto, come mi era stato detto.

Allo scoccare dei nove mesi, mi recai per l’ultima visita a Piazza Armerina, un paese della provincia di Enna. Il ginecologo mi era stato consigliato da amici. Era considerato uno dei più bravi. Quando arrivai, mi visitò e mi disse: “È tutto a posto, ci vorrà ancora una settimana”. Lungo la strada del ritorno rischiammo un incidente in auto, mi presi un tale spavento che da quel momento iniziarono alcuni dolori. Due giorni, era un sabato, al mattino mi accorsi di avere una fuoriuscita di muco denso e poiché avevo letto che quello poteva essere un segnale di parto imminente, lo riferii a mio marito, che mi portò subito in ospedale dal ginecologo di Piazza Armerina. Ricordo, che improvvisamente, mi sopraggiunsero dolori fortissimi e pensai: “È arrivato il momento!”

Ma arrivata in ospedale, il mio ginecologo, dopo una visita superficiale, mi disse con noncuranza che ancora non era arrivato il momento. Tornai a casa. Le ore trascorsero con dolori acuti, che divennero, presto lancinanti, mi piegavo in due, non ne potevo più. Verso le 10 di sera mia sorella, vedendo le mie sofferenze, mi pregò di recarmi nuovamente in ospedale, così l’ascoltai e ci andai. In ospedale arrivammo poco prima delle 22.30, c’era un silenzio surreale, non c’era nessuno. Il medico di turno mi disse: “Venga che la visito”. Improvvisamente impallidì e si mise a gridare: “Ma cos’è successo?” Momenti di panico, il battito del cuore del bambino non si sentiva più! Riferì a mio marito: “La signora va operata subito, facciamo un cesareo, forse il bambino è morto, ma qui non c’è nessuno, faccia preparare la signora io chiamo tutti!!! In quell’istante mi cadde il mondo addosso! Così, in brevissimo tempo, mi ritrovai in sala parto, sola, il medico mi pregò di svestirmi, vedevo mio marito che metteva la tintura di iodio sulle mani e braccia del medico e mi misi a piangere, pensavo che i miei nove mesi di gravidanza e di attesa erano andati persi, che il mio bambino aveva smesso di vivere!

Non avrei avuto la gioia di avere un “batuffolino” tra le mie braccia! Prima di farmi anestetizzare chiesi di prendere una cosa: avevo portato con me l’abitino di San Domenico Savio, implorai il medico di farmelo indossare e lui acconsentì, mi rivolsi al Santo, certa che mi avrebbe ascoltata. Chiesi di far nascere mio figlio vivo! Improvvisamente il buio. Mi addormentai! Quando mi risvegliai, avevo ancora gli occhi gonfi e pieni di lacrime. Mio marito mi abbracciò e mi disse: “Non preoccuparti, è andato tutto bene, ma non è un maschietto è una bella femminuccia, il medico si è sbagliato, non ha visto bene il sesso, non posso fartela vedere perchè adesso è nell’incubatrice. È nata alle 23,00, sottopeso, solo 2 chili e 200 grammi. Non gli credetti, pensai che la bambina fosse nata morta, volevo alzarmi per andare a vederla, ma ero troppo debole. Mi addormentai, forse perché mi avevano fatto una forte dose di anestesia. Il giorno seguente mi risvegliai con il pensiero di andare a vedere la mia piccola, ma appena misi piede a terra, svenni. Accorsero preoccupati vari medici, avevo assoluto bisogno di sangue, ne avevo perso molto. Mi iniettarono due sacche di sangue e non appena le mie forze me lo consentirono, dopo tre giorni, mi recai a vedere la piccola. Ansimavo! Che emozione!

Trascorsi i sei giorni potei fare ritorno a casa con mia figlia, Chiara Maria Domenica (nomi dedicati alla Madonna e a San Domenico Savio). Dopo questa bruttissima esperienza, attesi cinque anni prima di provare ad avere un altro figlio. Mi dissero, infatti, che attendendo tale periodo avrei avuto la possibilità di partorire normalmente e FU COSĺ. Rimasi subito incinta. Dopo 9 mesi, il 3 maggio, quando mi svegliai e vidi che avevo perso il tappo mucoso, il mio nuovo ginecologo, avvertito da mio marito, venne a casa, mi visitò e mi fece partire subito per Catania. Lui mi seguì e con il suo grande aiuto, nacque una bellissima bambina. La chiamammo Anna Domenica, in onore della Madonna che mi aiutò in questa seconda esperienza a provare, FINALMENTE, il tanto desiderato parto naturale.


La vostra mamma

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