Mi chiamo Francesca e voglio raccontarvi la mia storia.
Era il 1999. Io e mio marito non vedevamo l’ora di mettere al mondo il secondo figlio. Avevamo già una bellissima ragazzina di 14 anni, ma mai e poi mai avremmo pensato di lasciarla figlia unica. Sono rimasta incinta a fine gennaio, eravamo felicissimi. Quando mia figlia seppe che sarebbe arrivata la sorellina, Elena, cominciò a prepararle giochi e cameretta.
La gravidanza andava bene, ad agosto andammo tutti in vacanza. Conservo ancora le foto con il mio bel pancione abbronzato.
Ma ad ottobre, il dramma.
Ero quasi alla fine della gravidanza. Una mattina mi alzai e capii subito che dovevo andare al pronto soccorso. Non stavo male, ma sentivo che c’era qualcosa che non andava. Quando la ginecologa mi fece l’ecografia, intuii dallo sguardo che c’era un problema. Mi mandarono d’urgenza in un altro ospedale a fare la morfologica e ahimé ci diedero la brutta notizia: la bambina aveva avuto un versamento pleurico e dovevano ricoverarmi d’urgenza per cercare di toglierlo.
Sono stata ricoverata per alcuni giorni, ma purtroppo quel liquido maledetto ogni volta che lo toglievano si riformava. In quei giorni ho sofferto tantissimo, sia fisicamente sia nell’animo. Mi mandarono a casa e l’unica cosa che mi dissero fu: “Non possiamo far niente fino a quando lei non sta male!". Fino a quando la bimba avesse respirato e io non avessi avuto qualcosa che loro ritenevano un’urgenza i medici non volevano intervenire.
Io giorno dopo giorno soffrivo terribilmente. Mi ero gonfiata tutta, avevo le ginocchia che erano 4 volte più grosse del normale. Per un mese la mia vita è stata un calvario. Certo, loro dicevano di prendere tutti i giorni l’antidolorifico, ma preferivo soffrire perché non volevo danneggiare la bambina. In un mese non so quante volte sono andata al pronto soccorso e sempre la stessa storia: dopo avermi fatto l’ecografia mi mandavano a casa dicendomi che se non stavo male io non potevano far niente. Oggi sono sempre più convinta di essermi affidata all’ospedale sbagliato.
Poi quel maledetto 5 novembre 1999 mi sentii veramente male e quando arrivai all’ospedale mi portarono in sala parto. Dopo 3 ore di spinte e dolori atroci mi portarono d’urgenza a fare il cesareo e nacque ELENA.
Era bellissima! Era identica alla mia prima figlia, ma purtroppo era in coma.
Io ricordo poco perché ero sotto anestesia, ma so che fece il giro di tutte le braccia che mi erano state vicine in quella circostanza: i nonni, le sorelle, i fratelli e mio marito e mia figlia e tutti la stringevano come se quell’abbraccio le potesse in qualche modo ridare la vita.
La cosa più brutta è che mi riportarono in camera dove la mia vicina di letto aveva partorito una bimba. Furono giorni pieni di lacrime, ma nessuno dell'ospedale mi diede una parola di conforto.
Oggi sono felice perché dopo 3 anni è nato Mattia che ci riempie di amore tutti i giorni. Ma Elena rimarrà sempre nei nostri cuori.
Francesca
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