Storie di mamme Sono una mamma, una mamma “vecchia” a dire la verità, visto che ho 53 anni, ma ancora faccio la “chioccia” con mia figlia Elisa, nonostante oggi abbia 24 anni. Voglio raccontarvi una storia, che riguarda proprio me e la mia “bambina”. Nonostante io mi sia sempre considerata una mamma attenta e premurosa, un brutto giorno, quando mia figlia aveva 6 anni, mi sono sentita dire: “Purtroppo sua figlia è ambliope e ormai è tardi per intervenire e recuperare la vista dell’occhio debole”. In quel momento, per me, il mondo è crollato.

Com’era possibile? Non avevo mai sentito quella parola: ambliopia. Mi sono informata: nel 3,5% dei bambini (vuole dire 12mila bambini all’anno solo in Italia, dati Istat 2019!) il cervello non riesce a interpretare correttamente i dati inviati da un occhio (debole), e sviluppa solo l’altro occhio, finendo per impedire in modo irrecuperabile lo sviluppo dell’occhio più debole. Insomma, Elisa non vedeva da un occhio, e anche l’altro non era messo benissimo. Come avevo fatto a non accorgermene? Come da indicazioni della mia pediatra, prima di iniziare la scuola, l’avevo portata a fare una visita oculistica: ma ormai era tardi.

L’esperienza mi ha insegnato che occorre far fare la prima visita oculista prima dell’anno di età del bambino, anche in assenza di familiarità per patologie importanti della vista (cioè quando ai genitori, fratelli o nonni del bambino sono già state diagnosticate patologie della vista). Io non sono un medico, mi occupo di Relazioni con il Pubblico, ma da mamma mi è sembrato importante mettermi in gioco per evitare che altre donne un giorno potessero provare quello che ho vissuto io. Così insieme ad alcuni professionisti della vista, col contributo di tante persone che hanno creduto in me, ho dato vita a un’associazione, creato nel 2017 il sito progettoelisa e recentemente una pagina Facebook.

Negli ultimi 15 anni abbiamo organizzato in tutta Italia centinaia di screening visivi gratuiti per bambini di età compresa tra i 10 e i 22 mesi (trovate alcuni report sul sito): abbiamo esaminato migliaia di bambini, trovato “codici rossi”, vale a dire bambini per cui era necessario effettuare subito un esame approfondito della vista.

Grazie al Progetto Elisa per questi bambini è stato possibile recuperare la visione binoculare grazie all’uso di occhialini e in alcuni casi della bendina occlusiva. Purtroppo, a causa della pandemia gli screening sono sospesi. Mi sono detta: cosa posso fare ancora? Bussare al cuore delle mamme che si preoccupano della salute dei loro bambini: non crogiolatevi nell'idea che “tanto mio figlio ci vede bene”! Un bambino non è sempre in grado di palesare un disturbo visivo perché non ha alcun elemento di paragone.

Siete sicure di voler rischiare? Sottoponete i vostri bimbi a controlli visivi periodici! La vista è importante: da essa otteniamo l’80% delle informazioni: rischiare di ridurla e perderla per cattiva informazione, scarsa formazione o assistenza inadeguata è oggi inaccettabile.

Diagnosi precoce equivale a riabilitazione sicura! Se volete avere maggiori informazioni visitate il sito progettoelisa o la nostra pagina Facebook: mettete like alla pagina e ai nostri post, condividete, e fate fare un controllo visivo ai vostri bambini entro il primo anno di vita! Abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti.

I nostri bambini hanno bisogno del vostro aiuto! Per Elisa ormai è tardi, ma voi siete ancora in tempo…

Enrica Ferrazzi


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www.progettoelisa.it

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