"Cari figli e nipoti, in questa casa di riposo hanno ucciso la mia dignità"
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Aveva 85 anni, era avvocato. Per scelta sua era finito una casa di riposo. E lì era stato contagiato dal coronavirus. La sua straziante lettera è arrivata ai giornali. La pubblichiamo anche noi, per fare la nostra parte in quest'ondata di denuncia delle condizioni psicologiche devastanti in cui gli anziani vivono nella maggior parte delle Rsa. Considerati numeri e non persone.
A San Valentino due mazzi di fiori
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Torino, 14 febbraio del 2004, ore 9 del mattino autobus n° 68, a quell’ora poche persone, quasi sempre le stesse. Alla fermata dopo la mia, sale un signore anziano (tra i 75-80 anni). Era già da qualche giorno che l’avevo notato, ha un'andatura lenta e indecisa, ben vestito con un bel paltò nero.
Tutto curato, barba rasata, i pochi capelli ordinati e oggi aveva in mano due mazzi di fiori. Subito una ragazza gli cede il posto. Lui ringrazia e lei ricambia con un sorriso.
Ho smesso di fumare tabacco per mio figlio
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La lettera di Roberto Baggio ai giovani
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Per vent’anni ho fatto il calciatore. Questo certamente non mi rende un maestro di vita ma ora mi piacerebbe occuparmi dei giovani, così preziosi e insostituibili. So che i giovani non amano i consigli, anch’io ero così. Io però, senza arroganza, stasera qualche consiglio lo vorrei dare. Vorrei invitare i giovani a riflettere su queste parole.
La prima è passione.
Non c’è vita senza passione e questa la potete cercare solo dentro di voi. Non date retta a chi vi vuole influenzare. La passione si può anche trasmettere. Guardatevi dentro e lì la troverete.
Voglio insegnare a mio figlio la solidarietà
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Che rabbia quando sento dire “chissà se i soldi li danno davvero a chi ne ha bisogno!”. Se tutti ragionassimo così, milioni di persone nel mondo non avrebbero gli aiuti che arrivano loro grazie all’impegno delle tante organizzazioni di volontariato.
Io ho deciso: mio figlio non mi sentirà mai mettere in dubbio la generosità e l’altruismo di chi è impegnato nel sociale. Glielo devo: i bambini hanno bisogno di crescere in un clima di fiducia nel prossimo e non in un clima di sospetto. Il mondo tutto ha bisogno di fiducia.
Mio figlio è nato con la sindrome di Down
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In Ti seguirò fuori dall’acqua racconto i primi tre mesi di vita con mio figlio, fra incubatrici, fili, sonde e luci artificiali. Un bimbo prematuro e inatteso. È lì che si è deciso cosa sarebbe stato della sua e della mia vita. Se una disgrazia o un’avventura. Francesco è nato con la sindrome di Down. Davanti al vetro della neonatologia ho cominciato un lungo, appassionato, rabbioso dialogo con lui, “colpevole” di non corrispondere alle mie aspettative.
In Ti seguirò fuori dall’acqua racconto i primi tre mesi di vita con mio figlio, fra incubatrici, fili, sonde e luci artificiali. Un bimbo prematuro e inatteso. È lì che si è deciso cosa sarebbe stato della sua e della mia vita. Se una disgrazia o un’avventura. Francesco è nato con la sindrome di Down. Davanti al vetro della neonatologia ho cominciato un lungo, appassionato, rabbioso dialogo con lui, “colpevole” di non corrispondere alle mie aspettative.
Come sono cambiato con la gravidanza di mia moglie
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1. La gravidanza non è solo una faccenda femminile. Viverla davvero in coppia la rende meno faticosa per la donna e regala all’uomo un’esperienza impagabile. Quindi è importante non fare gli orsi, ma parlare, parlare, parlare… E continuare a farlo anche dopo che è nato il bambino. Come sanno bene le donne, la condivisione dei problemi avvicina. Ora che parlo di più, mi sento meglio anch’io.
1. La gravidanza non è solo una faccenda femminile. Viverla davvero in coppia la rende meno faticosa per la donna e regala all’uomo un’esperienza impagabile. Quindi è importante non fare gli orsi, ma parlare, parlare, parlare… E continuare a farlo anche dopo che è nato il bambino. Come sanno bene le donne, la condivisione dei problemi avvicina. Ora che parlo di più, mi sento meglio anch’io.
Con la mia barca aiuto i bambini e i ragazzi affetti da autismo come mia figlia
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Non so da dove iniziare, ma sicuramente dobbiamo fare un grande passo indietro.
Era l’anno 2008 quando acquistai " Sara", piccola imbarcazione a vela di circa 6 metri: poco più di un relitto, che a distanza di un anno di duro lavoro, amore e passione insieme ai miei più cari amici e a mio papà, è divenuta il regalo di compleanno della mia piccola figlia Sara, bimba affetta da autismo.
Non so da dove iniziare, ma sicuramente dobbiamo fare un grande passo indietro.
Era l’anno 2008 quando acquistai " Sara", piccola imbarcazione a vela di circa 6 metri: poco più di un relitto, che a distanza di un anno di duro lavoro, amore e passione insieme ai miei più cari amici e a mio papà, è divenuta il regalo di compleanno della mia piccola figlia Sara, bimba affetta da autismo.
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