Torino, 14 febbraio del 2004, ore 9 del mattino autobus n° 68, a quell’ora poche persone, quasi sempre le stesse. Alla fermata dopo la mia, sale un signore anziano (tra i 75-80 anni). Era già da qualche giorno che l’avevo notato, ha un'andatura lenta e indecisa, ben vestito con un bel paltò nero.
Tutto curato, barba rasata, i pochi capelli ordinati e oggi aveva in mano due mazzi di fiori. Subito una ragazza gli cede il posto. Lui ringrazia e lei ricambia con un sorriso.
L’anziano ci dice oggi è una giornata importante: è la festa di San Valentino, e noi, sì è una giornata importante per gli innamorati. La ragazza chiede per chi sono i due mazzi fiori? Lui, per mia moglie è nata il giorno di San Valentino, e io tutti gli anni le regalo due mazzi di fiori uno per il compleanno e uno per San Valentino.
Noi ci siamo guardati e con un sorriso abbiamo condiviso il suo gesto di amore per la moglie. Però quest’anno sono arrabbiato con lei, mi ha fatto uno sgarbo che non doveva farmi. Non doveva proprio farlo dopo 56 anni di matrimonio. Ripeteva singhiozzando non doveva proprio farlo. Siamo rimasti zitti e increduli. Ha iniziato a piangere (è un colpo allo stomaco vedere un anziano piangere).
Mia moglie 11 giorni fa mi ha lasciato. Mi aveva promesso che non mi avrebbe mai lasciato, invece 11 giorni fa è andata via. Per sempre. Senza di lei mi sento perso. Anche se lei mi ha fatto questo sgarbo, oggi, come tutti gli altri giorni, vado al cimitero e metto questi due mazzi di fiori sulla tua tomba. Parlo con lei tutto il giorno fino a quando chiudono il cimitero e gli ricordo della sua promessa e di quanto bene e rispetto c’è stato tra noi.
Io gli chiedo: avete dei figli? sì, ne abbiamo due, ma sono lontani... mi chiamano tutte le sere, ma a me manca Rosa, il mio grande amore.
Con le lacrime agli occhi scendo alla fermata, con un nodo che stringe la gola, vado a lavorare…
Pietro