Sapevo che prima o poi sarebbe capitato, eppure… “Mamma, a gennaio, vado a vivere con Angelo”. Un colpo al cuore. Il mio mondo che crolla. Cavolo! Era fidanzata da 7 anni con un ragazzo adorabile, potevo solo essere felice per la decisione di mia figlia, invece mi sembrava di essere in un buco nero. La chiamano la sindrome del nido vuoto. Ecco, io la stavo vivendo appieno. Nonostante la presenza di Federica, l’altra mia meravigliosa ragazza.

Dal momento in cui Simona mi ha detto della sua intenzione di andare a convivere, ogni volta che mi trovavo in casa con lei, pensavo a quando lei non ci sarebbe più stata. Pensavo alle colazioni senza la sua allegria, alle serate senza i racconti delle sue giornate al lavoro. E mi detestavo per questi pensieri. Mi ripetevo: una madre sa che non può tenere i figli sotto la sua ala per sempre; una madre sa che arriva il momento del distacco, una madre non può fare una tragedia quando i figli si fanno una loro vita. Ma mi intristivo sempre di più.

Simona ha portato via le sue cose lentamente, uno scatolone per volta, credo anche per non farmi subire lo choc del non vedere improvvisamente più traccia di lei nella nostra casa. Impacchettava quando io non ero in casa. Ma questa accortezza non ha evitato che la sera prima che si trasferisse definitivamente aprissi il suo armadio e, vedendolo vuoto, scoppiassi in lacrime. Lei è rientrata proprio mentre stavo piangendo. Mi ha abbracciata e per quella notte non mi ha lasciata più: ci siamo messe sul divano, strette una accanto all’altra a raccontarci per ore del bene che ci vogliamo, a chiederci scusa per le offese involontarie, per le mancanze, per i comportamenti che potevano aver infastidito l’una o l’altra.

Quando al mattino è arrivato Angelo per accompagnarla nella nuova casa, eravamo stravolte per la notte in bianco, ma serene perché tra noi non c’era più neppure un “non detto” a dividerci. E allora ho capito che forse quell’angoscia che mi opprimeva era la paura inconscia di non essere stata una brava madre e la consapevolezza di non avere più tempo per rimediare, visto che Simona se ne stava andando. Quella notte mia figlia mi ha fatto capire che non avevo niente da rimproverarmi perché ogni mia scelta era stata mossa dall’amore per lei.

Ora Simona ha un bel pancione e presto diventerà mamma. Le auguro di avere una figlia speciale, come quelle che ho avuto io.

 Angela

 

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