Avevi quasi 3 anni quando, un giorno come tanti, siamo andati a letto con un po' di febbre. Ti lamentavi, quindi non volevamo lasciarti da sola e, siccome il tuo fratellino aveva 5 mesi, papino è venuto a dormire con te. È stata una notte molto lunga, non ti si poteva toccare che piangevi dal male. Ma da genitori poco esperti abbiamo dato la colpa alla febbre.
Al mattino, il tuo papà si è alzato per andare al lavoro e io sono venuta nel letto con te. Poco dopo hai vomitato. Con dolcezza ti ho sollevata dal letto e portata in bagno. Piano piano ti ho tolto la maglietta e lì l'orrore. Eri piena di macchie rosse. Mi sono detta: ”Cacchio, che malattia infettiva è con uno sfogo così... Vabbè fra poco chiamo la pediatra e sento”. Ma mai avrei pensato a quello. Usciamo per andare dal medico, tu continuavi ad avere sonno e dormire. È bastato che entrassimo nell'ambulatorio e sollevassi la maglietta che l'esito è arrivato agghiacciante: MENINGITE FULMINANTE.
Andate subito al pronto soccorso io già lo allerto, mi ha detto la pediatra. Ti ho rimessa in macchina e mentre passavamo a prendere papà al lavoro che era di strada ho incominciato a piangere. E tu ti sei svegliata e mi hai chiesto: “che c'è mamma perché piangi?”. Io ho detto: “Ilaria, hai una brutta malattia, prometti di essere forte e di mandarla via?”. “Sì mamma, te lo prometto”, mi hai risposto e ti sei riaddormentata.
Arrivate all'ospedale, ci hanno portate in un ambulatorio e lì un'altra pugnalata: diagnosi confermata. “Bisogna preparare la camera di rianimazione, la bambina è messa molto male, dobbiamo fargli una puntura lombare per capire il ceppo. Se non reagisce subito la dobbiamo trasferire d'urgenza lì...”. E mentre preparavano la siringa, ti hanno messo nel ditino il rilevatore del battito. Ci hanno detto che potevamo lasciarti dormire, che quello, insieme alle macchie rosse (petecchie come vengono definite), è uno dei sintomi.... Ma ogni tanto dovevamo svegliarti.
Poi sono arrivati in tre per la lombare, due che ti hanno bloccata perché non ti dovevi assolutamente muovere e un'altra che ha inserito l'ago. Tu che urlavi: “mamma mi fanno male, aiutami ti prego”. E io lì immobile, con i goccioloni agli occhi perché sapevo di non poterti aiutare in quel momento: quello che ti stavano facendo serviva per guarirti. Iniziata la somministrazione del siero e ti hanno portata in camera infettiva. Mentre tutto l'asilo e le persone che quel giorno erano venute a contatto con te hanno iniziato la profilassi.
È brutto dirlo ma quella notte il fratellino è passato in secondo piano. Sapevo che il latte era congelato in frigo e che in alternativa ci sarebbe stato quello in polvere, ma sapevo anche che lui stava bene. Quello che mi interessava in quel preciso istante era starti vicino e darti tutto il mio amore per farti capire che non eri da sola a combattere: la mamma era lì con te.
Me lo avevi promesso che saresti stata forte e che l'avresti mandata via quella brutta malattia e così hai fatto. Ci sono voluti 3 giorni prima che ti dichiarassero fuori pericolo, ma lo hanno fatto. Ora sei qui con noi. Come tutti i bambini fai arrabbiare, ma sei la mia principessa. Ti Voglio Bene.
Mamma Silvia
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