Cari colleghi papà, fermo restando che, come disse qualcuno anni fa, noi uomini arriviamo da Marte e le donne da Venere (ovvero la comprensione totale è pressoché impossibile), vorrei condividere con voi ciò che ho imparato nella lunga strada verso il (non) dialogo. Ci sono frasi che a noi uomini sembrano del tutto innocue e che, invece, sono l’apripista di infiniti litigi, perché loro, le donne, in quelle parole leggono veri e propri attacchi personali.
Discorso che vale sempre, ma ancora di più se lei ha scodellato da poco un bebé: la tempesta ormonale unita all’inevitabile stanchezza ha pesanti conseguenze sull’umore e sull’intesa di coppia.
Ecco le frasi da non dire mai a una neomamma:
- “Fra quanto tempo la tua pancia tornerà normale?”. A te sembra una semplice domanda, una banale curiosità, inevitabile davanti al fatto che lei pare non essersi ancora liberata dell’anguria intera mangiata tempo fa, ma la neomamma si sentirà accusata di essere “orribile, inguardabile”. Meglio tacere del tutto, non fare il minimo accenno a forme e peso.
- “Hai un seno meraviglioso!”. Credi sia un complimento e, invece, no! Anche questa frase per la neomamma è un’accusa: per lei significa “finalmente hai un seno bello pieno come piace a me, non il tuo solito piattume avvizzito”.
- “Domani sera ho una cena di lavoro, non ti dispiace vero?”. Non affrontare proprio l’argomento, cancella l’impegno di lavoro.
- “Sono stanco morto, vado a fare un pisolino”. Piuttosto dormi in macchina, in ufficio, su una panchina ai giardinetti, ma non dille che hai bisogno di un pisolino. Ti salterebbe alla giugulare. Lei ne ha sicuramente più bisogno di te.
- “Perché non ce ne andiamo fuori per una pizza una di queste sere, io e te soli?”. Dimentica le cene romantiche per qualche anno: la neo-mamma vede pericoli dappertutto. Lei sa che nel momento in cui voi due sarete a cena, qualcosa di irreparabile succederà al vostro bambino e lei solo lei, con i suoi superpoteri, potrà salvare il pupo. Quindi, non può lasciare il neonato neppure per dieci minuti.
- “Mi sembri un po’ stanca, c’è qualcosa che non va?”. Se vuoi essere carino, non domandare, fai. Aiutala nelle piccole cose. Magari a preparare il latte se il bambino prende il biberon, a stirare, a fare le pulizie di casa, a fare le spesa. Domandando "c'è qualcosa che non va?" rischi la scenata isterica.
- “Ma come mai questo bimbo piange sempre, non avrà fame?”. Lascia perdere, lei solo lei è la nutrice e conosce il significato di ogni vagito di SUO figlio.
- "Provo a chiedere a mia madre se conosce qualche rimedio anticoliche”. Dimentica tua madre. Dimenticala per i prossimi 20 anni. O, almeno, fingi di dimenticarla. Solo la tua compagna può chiedere i suoi consigli, se ne ha voglia. E nel 99% dei casi non ne avrà voglia.
- “Che puzza”. Per te è una constatazione, la constatazione di un odore nauseabondo che proviene dal pannolino che stai cambiando. Ma per lei no, per lei è una dichiarazione di guerra. Tu in realtà, e ne è straconvinta, le stai dicendo che non hai nessuna voglia di sorbirti in futuro simili fetori. Le stai dicendo “questa è l’ultima volta”.
- “Non è che avresti voglia di…?”. Di che cosa? Dormire? Riposare? Un gelato? Nooooo? Stai pensando a quella cosa che vi ha permesso di diventare genitori? Ma via! Ma come ti viene in mente? Glielo leggi in faccia il pensiero: “State sempre lì a pensare a quello voi, maschi mononeuronici. Ma un po’ di fantasia no?”.
Spero di esservi stato d’aiuto
Pietro
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