Stamattina pensavo alle persone che si sono eclissate quando ho deciso di avere il mio bambino, pur sapendo di doverlo crescere da sola perché ero una ragazza madre. Pensavo a tutte le volte che sono andata a fare l’ecografia e le analisi del sangue da sola, alla spesa che mi sono portata su per le scale da sola fino al nono mese.
Pensavo a quando, in ospedale, nell’orario delle visite non avevo nessuno che venisse a trovare me e mio figlio appena nato, tranne mia madre, due zii e una cugina. Nessuno aveva aspettato con gioia la nascita del mio bambino, solo io.
Ho ripensato anche a quelle persone che in questi anni mi hanno detto: "Te lo sei voluto il figlio, non ti lamentare". E a quelle che, siccome ero sola a mantenere il mio bambino, mi hanno lanciato queste frecciate: "Io non faccio un bimbo per lasciarlo agli altri, sto a casa a crescere i miei figli, tanto lavora mio marito". Oppure: "Tuo figlio crescerà con dei problemi perché gli manca un padre”. O, ancora, “Io sono sposata e tu cosa gli racconterai?...". Tra l’altro erano amiche, donne che ho anche aiutato.
Beh, adesso alcune di quelle persone sono state piantate in asso, sono separate, tutto gli va storto. A loro non ho fatto pena quando avevo bisogno e sono contenta così perché senza di loro ho dimostrato la mia forza. Adesso sono loro a farmi pena perché dopo il crollo del piedistallo su cui si erano issate, sono più disperate di me. Non sanno fare niente da sole e devono appoggiarsi a chiunque, umiliandosi. E anche i loro figli hanno problemi perché non erano pronti a crescere senza la famiglia perfetta.
L'amore non è una scelta, si vive e basta. L'amore degli altri dobbiamo imparare a guardarlo in silenzio, perchè la ruota gira e non si sa mai dove si ferma. E a volte gli uomini e le donne che davvero contano nella vita di ognuno di noi si incontrano dopo, strada facendo.
Sono passati 10 anni dalla nascita del mio bambino. Alle persone fuggite dalla mia vita potrei fare una bella pernacchia, invece dico “grazie per essere sparite quando avevo bisogno (non tutte per fortuna se ne sono andate), così sono diventata più forte”.
Una ragazza madre
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