L'ospedale resta il posto più sicuro dove partorire
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Negli ultimi anni, tra le donne con gravidanza fisiologica considerata a basso rischio, sta emergendo sempre più la volontà di partorire in ambiente extraospedaliero, in particolare quello domestico. Questa tendenza, che in Italia si stima essere intorno allo 0.05-0.1%, sembra essersi incrementata negli ultimi mesi dalla volontà di evitare gli ospedali, per effetto della pandemia da Covid-19 in corso.
“L’ospedale è sempre il posto più sicuro dove partorire” sottolinea il Professor Fabio Mosca, Presidente della Società Italiana di Neonatologia (SIN) in occasione della Giornata Internazionale del Parto in casa, che ricade il 6 giugno. “Anche in tempo di coronavirus, i nostri punti nascita sono più che mai protetti, con personale dedicato e percorsi separati per accettazione ostetrica, sale parto, puerperio e nido”.
Negli ultimi anni, tra le donne con gravidanza fisiologica considerata a basso rischio, sta emergendo sempre più la volontà di partorire in ambiente extraospedaliero, in particolare quello domestico. Questa tendenza, che in Italia si stima essere intorno allo 0.05-0.1%, sembra essersi incrementata negli ultimi mesi dalla volontà di evitare gli ospedali, per effetto della pandemia da Covid-19 in corso.
“L’ospedale è sempre il posto più sicuro dove partorire” sottolinea il Professor Fabio Mosca, Presidente della Società Italiana di Neonatologia (SIN) in occasione della Giornata Internazionale del Parto in casa, che ricade il 6 giugno. “Anche in tempo di coronavirus, i nostri punti nascita sono più che mai protetti, con personale dedicato e percorsi separati per accettazione ostetrica, sale parto, puerperio e nido”.

Abbiamo chiesto una riflessione sul tema a Fabio Celi, psicologo psicoterapeuta e autore del libro Le emozioni dei nostri figli, uscito a marzo 2020 per De Agostini. «Tra le emozioni fondamentali la rabbia è forse la più difficile da gestire perché più di altre entra in una specie di circolo vizioso tra il genitore e il bambino. Pensa ad una crisi di rabbia di tuo figlio e probabilmente la prima cosa che ti succede è che ti arrabbi a tua volta. Questo rende molto difficile aiutarlo a gestire e ad autoregolare un'emozione che tuo figlio vede gestita male da te.
Quando apprendo che le future mamme potranno lavorare fino al nono mese di gravidanza, per assentarsi cinque mesi dopo la nascita del bambino (la norma è stata approvata dalla Commissione bilancio della Camera), istintivamente mi chiedo: ma ne varrà la pena?
Sono circa mille e cinquecento i bambini in Italia che non si avvalgono dell’istruzione pubblica né di quella privata: studiano a casa, seguiti dai genitori o comunque da educatori scelti dai genitori. Negli Stati Uniti gli homeschooler sono circa due milioni. 70 mila in Inghilterra, 3mila in Francia, 2 mila in Spagna. Alcune famiglie seguono orari giornalieri, utilizzando i testi e programmi scolastici, altre si affidano a un apprendimento più personalizzato.
Prima di essere una “mamma green”, o almeno di provarci, sono stata una ragazza attenta ai problemi ecologici, una laureata in Scienze Ambientali e poi una giornalista specializzata nei temi caldi legati alla sostenibilità. Cercare di tradurre questa sensibilità (qualcuno lo definirebbe background) nella mia esperienza di genitore è stata una scelta spontanea e inevitabile. Non sempre facile, questo è vero. Perché soprattutto nel posto in cui vivo io, ormai quasi cinque anni fa, certe istanze non erano affatto popolari (adesso le cose stanno cambiando, ma non molto velocemente).
Oltre ad essere un medico che da decenni studia i vaccini e come il nostro organismo si difende da virus e batteri, sono un padre. E come padre ho potuto toccare con mano una situazione incredibile: genitori che, sulla base di bugie senza alcun fondamento, decidono di non vaccinare i loro figli, o li vaccinano con il cuore in gola. Siccome ho ritenuto che questo non fosse giusto, ho sentito il bisogno irrinunciabile di fare sentire la mia voce, contrapponendo la verità della scienza alle pericolose menzogne che sono diffuse sulla rete.