Le etichette dei cibi sono piene di trappole: evitale così

Monica MarelliQuando ho iniziato a scrivere questo libro, Cosa c’è nel mio Cibo (Giunti) era l’estate dell’anno scorso: pensavo che sarebbe stato “soltanto” un interessante, impegnativo lavoro d’inchiesta, proprio quelli che piacciono a me (scrivo, tra l’altro, di alimentazione da circa vent’anni). E invece ho avuto una sorpresa: sono stata a contatto con tante emozioni. Ero giornalista e consumatrice allo stesso tempo: la rabbia nel leggere ingredienti pessimi si mescolava al sollievo di un’etichetta fatta bene, perché il produttore si impegnava a fornire un alimento davvero senza ombre per la nostra salute. Il disappunto di vedere confezioni-civetta che invitavano all’acquisto di un prodotti “sano” che sano non era per nulla veniva alle volte scacciato dalla soddisfazione di trovare un prodotto che non voleva “fregarmi”.

Monica MarelliQuando ho iniziato a scrivere questo libro, Cosa c’è nel mio Cibo (Giunti) era l’estate dell’anno scorso: pensavo che sarebbe stato “soltanto” un interessante, impegnativo lavoro d’inchiesta, proprio quelli che piacciono a me (scrivo, tra l’altro, di alimentazione da circa vent’anni). E invece ho avuto una sorpresa: sono stata a contatto con tante emozioni. Ero giornalista e consumatrice allo stesso tempo: la rabbia nel leggere ingredienti pessimi si mescolava al sollievo di un’etichetta fatta bene, perché il produttore si impegnava a fornire un alimento davvero senza ombre per la nostra salute. Il disappunto di vedere confezioni-civetta che invitavano all’acquisto di un prodotti “sano” che sano non era per nulla veniva alle volte scacciato dalla soddisfazione di trovare un prodotto che non voleva “fregarmi”.

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I primi 1000 giorni di vita sono fondamentali per la salute dei nostri figli

Gianfranco TrapaniDello stretto legame che c’è tra cibo-salute si parla da anni. Ma le più recenti ricerche scientifiche sono andate oltre: quello che accade nei primi 1.000 giorni di vita, dal concepimento al secondo compleanno, per quanto riguarda l’ambiente e l’alimentazione, condiziona la maggiore o minore predisposizione alle malattie nel resto dell’esistenza. Ecco, allora, che diventano importanti persino le condizioni di salute e il peso della donna nell’istante del concepimento. Come pure il suo stile di vita, le abitudini a tavola, il luogo in cui vive. E se alcuni aspetti (come la località di residenza) non possono cambiare, altri invece sì. E possono essere positivamente modificati: l’attesa di un figlio non è forse l’inizio di un grande cambiamento? Allora è importante che possa esserlo per tutta la famiglia, papà incluso, attraverso una maggiore attenzione alla dieta, allo sport, alle relazioni (non dimentichiamo che siamo animali sociali).

Gianfranco TrapaniDello stretto legame che c’è tra cibo-salute si parla da anni. Ma le più recenti ricerche scientifiche sono andate oltre: quello che accade nei primi 1.000 giorni di vita, dal concepimento al secondo compleanno, per quanto riguarda l’ambiente e l’alimentazione, condiziona la maggiore o minore predisposizione alle malattie nel resto dell’esistenza. Ecco, allora, che diventano importanti persino le condizioni di salute e il peso della donna nell’istante del concepimento. Come pure il suo stile di vita, le abitudini a tavola, il luogo in cui vive. E se alcuni aspetti (come la località di residenza) non possono cambiare, altri invece sì. E possono essere positivamente modificati: l’attesa di un figlio non è forse l’inizio di un grande cambiamento? Allora è importante che possa esserlo per tutta la famiglia, papà incluso, attraverso una maggiore attenzione alla dieta, allo sport, alle relazioni (non dimentichiamo che siamo animali sociali).

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Il lettone per i neonati non deve essere un tabù

BortolottiAlessandra Bortolotti, psicologa perinatale, è l’autrice di I cuccioli non dormono da soli - Il sonno dei bambini oltre i metodi e i pregiudizi (Mondadori), un libro che affronta uno dei temi più sentiti dai neogenitori, partendo dal bisogno di ogni cucciolo (anche di uomo) di calore e vicinanza nel primo periodo di vita. Ecco la presentazione del libro scritta dalla dottoressa Bortolotti per La Rete delle Mamme.

Nella nostra cultura i pregiudizi sul sonno dei più piccoli sono davvero tanti. Si pensa che i bambini debbano addormentarsi e dormire da soli il prima possibile, che dormire vicino ai genitori sia in ogni caso pericoloso e che i loro risvegli notturni siano indice di qualcosa che non va, cioè di un bambino da educare al sonno o di genitori che non sono in grado di farlo.

BortolottiAlessandra Bortolotti, psicologa perinatale, è l’autrice di I cuccioli non dormono da soli - Il sonno dei bambini oltre i metodi e i pregiudizi (Mondadori), un libro che affronta uno dei temi più sentiti dai neogenitori, partendo dal bisogno di ogni cucciolo (anche di uomo) di calore e vicinanza nel primo periodo di vita. Ecco la presentazione del libro scritta dalla dottoressa Bortolotti per La Rete delle Mamme.

Nella nostra cultura i pregiudizi sul sonno dei più piccoli sono davvero tanti. Si pensa che i bambini debbano addormentarsi e dormire da soli il prima possibile, che dormire vicino ai genitori sia in ogni caso pericoloso e che i loro risvegli notturni siano indice di qualcosa che non va, cioè di un bambino da educare al sonno o di genitori che non sono in grado di farlo.

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“I figli di genitori gay? Più socievoli e si adattano meglio degli altri”

Dott.ssa Spagnuolo LobbSu unioni civili e stepchild adoption, in questo inizio di 2016, si stanno scontrando pediatri ed esperti: se alcuni ritengono che crescere con due mamme o due papà possa influire negativamente sullo sviluppo psichico e relazionale del bambino, altri affermano che non ci sono prove certe che ciò possa avvenire. Una di questi è la dottoressa Margherita Spagnuolo Lobb, psicoterapeuta e direttore dell’Istituto di Gestalt HCC Italy. Sostiene l’esperta: «Non ci sono prove certe del fatto che crescere in una famiglia gay possa avere ricadute negative sui processi di sviluppo psichico e relazionale del bambino. Ci sono, invece, ricerche che provano che i bimbi cresciuti in un contesto di omogenitorialità sono sanissimi e forse più socievoli e bene adattati alla società. Dobbiamo sempre riportare ciò che osserviamo al contesto in cui viviamo. Una realtà che presa in se stessa ci sembra assurda (un decennio fa non avremmo mai immaginato che una coppia di omosessuali potesse concepire, anche se con pratiche eterologhe, figli propri), considerata nel contesto cui appartiene può apparirci normale. Oggi è tutta l’antropologia dell'umano che sta cambiando».

Dott.ssa Spagnuolo LobbSu unioni civili e stepchild adoption, in questo inizio di 2016, si stanno scontrando pediatri ed esperti: se alcuni ritengono che crescere con due mamme o due papà possa influire negativamente sullo sviluppo psichico e relazionale del bambino, altri affermano che non ci sono prove certe che ciò possa avvenire. Una di questi è la dottoressa Margherita Spagnuolo Lobb, psicoterapeuta e direttore dell’Istituto di Gestalt HCC Italy. Sostiene l’esperta: «Non ci sono prove certe del fatto che crescere in una famiglia gay possa avere ricadute negative sui processi di sviluppo psichico e relazionale del bambino. Ci sono, invece, ricerche che provano che i bimbi cresciuti in un contesto di omogenitorialità sono sanissimi e forse più socievoli e bene adattati alla società. Dobbiamo sempre riportare ciò che osserviamo al contesto in cui viviamo. Una realtà che presa in se stessa ci sembra assurda (un decennio fa non avremmo mai immaginato che una coppia di omosessuali potesse concepire, anche se con pratiche eterologhe, figli propri), considerata nel contesto cui appartiene può apparirci normale. Oggi è tutta l’antropologia dell'umano che sta cambiando».

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Attacco a Parigi: strategie per superare lo shock e la paura

Margherita Spagnuolo LobbLa dottoressa Margherita Spagnuolo Lobb, psicoterapeuta e direttore dell’Istituto di Gestalt HCC Italy, era a Parigi il 13 novembre scorso, la notte degli attentati e ha vissuto il terrore di essere al centro di un attacco terroristico. Qui ci spiega come si può tornare alla quotidianità reagendo alla paura e allo shock e come non farsi coinvolgere dalla spirale dell’odio.
«Una delle cause del senso di fragilità che stiamo avvertendo in questi giorni è la mancanza di senso di radicamento nelle relazioni. La paura ci fa sentire senza terreno sotto i piedi. E il terreno più solido che possiamo sentire è quello delle nostre relazioni più importanti: il partner, i figli, gli amici. Non so se possiamo parlare di ritorno alla normalità, ma sicuramente dobbiamo reagire alla paura ancorandoci a ciò che abbiamo, a ciò che dà senso alla nostra vita.

Margherita Spagnuolo LobbLa dottoressa Margherita Spagnuolo Lobb, psicoterapeuta e direttore dell’Istituto di Gestalt HCC Italy, era a Parigi il 13 novembre scorso, la notte degli attentati e ha vissuto il terrore di essere al centro di un attacco terroristico. Qui ci spiega come si può tornare alla quotidianità reagendo alla paura e allo shock e come non farsi coinvolgere dalla spirale dell’odio.
«Una delle cause del senso di fragilità che stiamo avvertendo in questi giorni è la mancanza di senso di radicamento nelle relazioni. La paura ci fa sentire senza terreno sotto i piedi. E il terreno più solido che possiamo sentire è quello delle nostre relazioni più importanti: il partner, i figli, gli amici. Non so se possiamo parlare di ritorno alla normalità, ma sicuramente dobbiamo reagire alla paura ancorandoci a ciò che abbiamo, a ciò che dà senso alla nostra vita.

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“Per affrontare la tragedia dei profughi serve un pensiero materno”, di Cipriana Dall’Orto

Cipriana Dall'Orto, GiornalistaUn tempo i bambini li portava la cicogna. Oggi molti bambini li porta il mare. Li riversa su spiagge straniere e, se per tutti bambini del mondo il destino è ignoto, per questi lo è ancora di più.  Su quelle spiagge potranno rinascere, come fossero partoriti una seconda volta. O potranno morire, come è successo ad Alan, il profughino siriano la cui foto ha fatto il giro del mondo. Alan aveva due anni, o tre, a seconda di quello che scrivono i giornali. La sua età non è certa, mentre è certa la fine della sua piccola vita. La sua mamma e il suo fratellino sono annegati con lui, resta un padre sconfitto.

Cipriana Dall'Orto, GiornalistaUn tempo i bambini li portava la cicogna. Oggi molti bambini li porta il mare. Li riversa su spiagge straniere e, se per tutti bambini del mondo il destino è ignoto, per questi lo è ancora di più.  Su quelle spiagge potranno rinascere, come fossero partoriti una seconda volta. O potranno morire, come è successo ad Alan, il profughino siriano la cui foto ha fatto il giro del mondo. Alan aveva due anni, o tre, a seconda di quello che scrivono i giornali. La sua età non è certa, mentre è certa la fine della sua piccola vita. La sua mamma e il suo fratellino sono annegati con lui, resta un padre sconfitto.

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Il papa e l'autista

Dopo aver caricato tutti i bagagli del Papa nella limousine, l’autista nota che Sua Santità sta ancora aspettando sul marciapiede.
“Mi scusi, Vostra Eminenza,” dice l’autista, “Vorrebbe per favore sedersi in modo che possiamo andare?”“Beh, per dirti la verità” risponde il Papa, “Non mi fanno mai guidare in Vaticano e oggi ne ho davvero voglia.” 

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La saggezza di un padre

Una sera un papà, vedendo il figlio ventenne un po’ giù di morale, decise di raccontargli una storia:
"Un giorno, quando io ero piccolo, il cavallo di un contadino che abitava vicino alla mia casa, cadde in un pozzo grande e profondo. Il cavallo non riportò alcuna ferita, ma non riuscendo a venir fuori con le proprie forze, si mise a nitrire forte. Il contadino si precipitò subito e provò in ogni modo ad aiutare il suo povero cavallo. 

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