Dott.ssa Spagnuolo LobbSu unioni civili e stepchild adoption, in questo inizio di 2016, si stanno scontrando pediatri ed esperti: se alcuni ritengono che crescere con due mamme o due papà possa influire negativamente sullo sviluppo psichico e relazionale del bambino, altri affermano che non ci sono prove certe che ciò possa avvenire. Una di questi è la dottoressa Margherita Spagnuolo Lobb, psicoterapeuta e direttore dell’Istituto di Gestalt HCC Italy. Sostiene l’esperta: «Non ci sono prove certe del fatto che crescere in una famiglia gay possa avere ricadute negative sui processi di sviluppo psichico e relazionale del bambino. Ci sono, invece, ricerche che provano che i bimbi cresciuti in un contesto di omogenitorialità sono sanissimi e forse più socievoli e bene adattati alla società. Dobbiamo sempre riportare ciò che osserviamo al contesto in cui viviamo. Una realtà che presa in se stessa ci sembra assurda (un decennio fa non avremmo mai immaginato che una coppia di omosessuali potesse concepire, anche se con pratiche eterologhe, figli propri), considerata nel contesto cui appartiene può apparirci normale. Oggi è tutta l’antropologia dell'umano che sta cambiando».

Dott.ssa Spagnuolo LobbSu unioni civili e stepchild adoption, in questo inizio di 2016, si stanno scontrando pediatri ed esperti: se alcuni ritengono che crescere con due mamme o due papà possa influire negativamente sullo sviluppo psichico e relazionale del bambino, altri affermano che non ci sono prove certe che ciò possa avvenire. Una di questi è la dottoressa Margherita Spagnuolo Lobb, psicoterapeuta e direttore dell’Istituto di Gestalt HCC Italy. Sostiene l’esperta: «Non ci sono prove certe del fatto che crescere in una famiglia gay possa avere ricadute negative sui processi di sviluppo psichico e relazionale del bambino. Ci sono, invece, ricerche che provano che i bimbi cresciuti in un contesto di omogenitorialità sono sanissimi e forse più socievoli e bene adattati alla società. Dobbiamo sempre riportare ciò che osserviamo al contesto in cui viviamo. Una realtà che presa in se stessa ci sembra assurda (un decennio fa non avremmo mai immaginato che una coppia di omosessuali potesse concepire, anche se con pratiche eterologhe, figli propri), considerata nel contesto cui appartiene può apparirci normale. Oggi è tutta l’antropologia dell'umano che sta cambiando».

Che cosa cambia a livello psichico tra un bambino che cresce con mamma e papà e uno che cresce con due genitori gay?

«Innanzitutto per un bambino è importante la serenità dell’ambiente in cui cresce. Se i genitori sono gay e si rispettano, si amano, sono aperti alla vita, e rispettano la diversità del bambino, lui coglierà questi valori: si sentirà rispettato e sceglierà liberamente la propria identità. Insomma lo zoppo impara a zoppicare innanzitutto per come si sente trattato. Il bambino che viene umiliato e ferito, comunicherà molto più facilmente umiliando e ferendo l’altro, gli sarà molto più difficile comunicare amando e rispettando. Oggi occorre ancorarci a questo valore, non al valore di una sessualità ‘normale’ che dovrebbe generare normalità. Nella nostra società nulla è più normale. L'identità di genere è qualcosa che si sente, non qualcosa che s’impara. L’omosessualità non dipende dagli influssi ambientali (tranne che per rari casi di abusi subiti nell’infanzia in cui si perde il contatto con il proprio corpo)».

Quali problemi potrebbe avere un bambino cresciuto in una famiglia gay?

«Da un punto di vista intimo, penso gli stessi che avrebbe un bambino ​cresciuto con genitori eterosessuali. I problemi psicologici vengono sempre da un clima familiare che rende difficile al bambino differenziarsi: genitori o troppo invadenti o troppo freddi. Se consideriamo invece il caso di un bambino cresciuto amorevolmente da una coppia omosessuale, mi sembra chiaro che la società gli fa un danno se non riconosce a uno dei due genitori il diritto/dovere di aiutarlo a crescere nel caso in cui l’altro dovesse mancare».

Perché la società sembra non essere pronta ad accettare la famiglia gay?

«La società stenta a mettersi al passo con l’evoluzione dell’antropologia umana. Così si arrocca su concetti che ormai sono obsoleti: l’amore naturale o contro natura, per esempio. E l’amore di un uomo che violenta brutalmente la propria donna (fatti di cronaca che sono all’ordine del giorno ormai) è più naturale dell’amore rispettoso di una donna verso la compagna? La natura, come la società, non ci protegge più, non è un concetto cui possiamo fare riferimento. Forse l’amore che trascende i sessi e le situazioni è un concetto cui oggi possiamo fare riferimento».

Febbraio 2016

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