
Fino all’80% delle
spese di casa se ne va per il
riscaldamento. E tra manutenzione e nuovi obblighi di legge, i costi si moltiplicano. Vale la pena documentarsi bene per cercare di
risparmiare il più possibile, nel completo rispetto della legge. Con una buona notizia: fino al 31 dicembre, salvo proroghe del Governo, si può godere di una maxi detrazione Irpef pari al 65% della spesa (spalmata su dieci anni) per interventi di
riqualificazione energetica. Il bonus vale anche per la sostituzione delle finestre, compresi scuri e persiane, a patto che l’installatore certifichi un miglioramento dell’indice di trasmittanza, cioè quel valore che misura la capacità di trattenere il calore. La detrazione, quindi, scatta se c’è un reale beneficio energetico, non per la semplice sostituzione dei vecchi infissi con un modello simile.
Ecco le altre cose che dobbiamo assolutamente sapere.
Le valvole termostatiche
Secondo il Dlgs 141/2016, che recepisce una normativa europea, tutti i palazzi in cui c’è la caldaia centralizzata devono installare entro il 1° gennaio 2017 le valvole termostatiche sui termosifoni e dotare gli appartamenti di apparecchi per la misurazione del calore, in grado di registrare il consumo reale di ogni appartamento. L’eccezione è possibile solo se una relazione tecnica certifica l’impossibilità di procedere, per difficoltà tecniche o costo eccessivo. L’obbligo non vige per chi ha l’impianto autonomo.
L’attestato di prestazione energetica
Per mettere sul mercato un appartamento, sia in affitto sia in vendita, il proprietario deve dotarsi dell’Ape (attestato di prestazione energetica) che dà una sorta di voto all’abitazione a seconda di quanta energia consumi per essere riscaldata. I voti vanno dalla 4A fino alla G, la peggiore. L’APE può essere redatto ed asseverato solo da un soggetto certificatore -
clicca qui - abilitato dopo un sopralluogo nell’edificio; deve poi essere registrato nel catasto energetico nazionale. La validità del documento è sempre di 10 anni, ed andrà rinnovato prima dello scadere del termine solo nel caso vengano effettuati interventi tali da modificare l’efficienza energetica dell’edificio.
La manutenzione ordinaria e il test di efficienza energetica
La cadenza per la manutenzione ordinaria, cioè la pulizia del bruciatore, non è imposta per legge ma è indicata dall’installatore o sul libretto di istruzioni. Un’altra cosa è il test di efficienza energetica, cioè l’analisi dei fumi emessi. Qui la legge impone di provvedere ogni 1, 2 o 4 anni a seconda del combustibile usato e della potenza. Per gli impianti domestici (sotto i 35 Kw), il termine è 2 anni, salvo regolamenti specifici adottati dalle Regioni.
Il pellet può essere un’alternativa?
Un conto è la caldaia a pellet, cioè una sorgente di calore esterna all’abitazione che usa questo combustibile al posto dei tradizionali metano o gasolio, e che serve sia per il riscaldamento sia per l’acqua sanitaria. Il pellet, in effetti, costa meno e un condominio potrebbe trovare vantaggioso sostituire il vecchio impianto con uno di questo genere. La stufa a pellet, invece, è un elemento che si posiziona in una sola stanza, al pari di un camino, e che difficilmente raggiunge gli altri ambienti dell’abitazione. E non serve per l’acqua calda. Quindi non può essere un’alternativa alla caldaia.
La Redazione
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