Cipriana Dall'OrtoNo qui no là, no su no giù. Il disegno di legge passato al Senato (ora al vaglio della Camera) sulla possibilità che i bambini dati in affido vengano adottati dalle famiglie che li hanno cresciuti per anni, sembra più preoccupato di vietare che di permettere. Mi spiego: l’obiettivo della legge sarebbe la “continuità affettiva”, ossia far sì che i bambini possano restare con chi hanno imparato ad amare. Peccato però che se questo oggetto d’amore fosse un single, la legge non vale. E guai se fosse un gay! E niente continuità affettiva se la coppia affidataria non è sposata. In questi tre casi, chi se ne frega se il bambino soffre, dovendo lasciare quelli che per lui sono la mamma e/o il papà.

Cipriana Dall'OrtoNo qui no là, no su no giù. Il disegno di legge passato al Senato (ora al vaglio della Camera) sulla possibilità che i bambini dati in affido vengano adottati dalle famiglie che li hanno cresciuti per anni, sembra più preoccupato di vietare che di permettere. Mi spiego: l’obiettivo della legge sarebbe la “continuità affettiva”, ossia far sì che i bambini possano restare con chi hanno imparato ad amare. Peccato però che se questo oggetto d’amore fosse un single, la legge non vale. E guai se fosse un gay! E niente continuità affettiva se la coppia affidataria non è sposata. In questi tre casi, chi se ne frega se il bambino soffre, dovendo lasciare quelli che per lui sono la mamma e/o il papà.

Conta di più la cosiddetta morale. Possibile che negli anni duemila ci sia ancora qualcuno che crede davvero all’esistenza del genitore perfetto? E chi sarebbe poi? Un signore o una signora regolarmente sposati: basta questo? Ah no, bisogna aggiungere che devono essere rigorosamente eterosessuali…

Ogni madre e ogni padre, se si guarda onestamente allo specchio, sa di avere molti difetti, molti limiti: è umano! Tutti noi commettiamo sbagli nel crescere i nostri figli. Gli diamo troppo, o troppo poco, li viziamo o li trascuriamo, scarichiamo su di loro le nostre frustrazioni, i nostri nervosismi, la nostra fame d’amore. Naturalmente non facciamo solo questo: ciascun genitore prova a fare del figlio una persona sana e felice. E la maggior parte delle volte ci riesce. Anche inciampando in errori ed omissioni.  Diciamo la verità: essere genitori è un compito difficile, faticoso, rischioso. Una persona da sola (cioè il single) può farcela? Bè, basta guardare quanti, rimasti vedovi, ce l’hanno fatta. O quanti, separati, non hanno più potuto contare sull’appoggio dell’ex coniuge,  eppure non sono venuti meno al loro ruolo di madre o di padre.

Ma, e qui arriva il terreno scivoloso, se questo single fosse un gay? Fino a prova contraria la maternità e la paternità non hanno niente a che vedere con la scelta sessuale, riguardano il rapporto, fatto d’amore, di oblatività e di autorevolezza, che una persona riesce a stabilire con suo figlio. E, quanto all’amore, paradossalmente mi viene da dire che i gay, con la loro voglia di sposarsi, sono rimasti gli unici a crederci! L’argomento delle coppie non sposate, infine, mi appare addirittura ridicolo. Non c’è matrimonio, religioso o civile, che sia per sempre. Non c’è matrimonio che salvi, a priori, da tradimenti, inganni, tensioni che troppe volte ricadono sui figli.

Per concludere, consiglio di guardare su Sky, canale Fox Comedy, una serie americana intitolata Modern family. Racconta le giornate di ordinaria normalità di una famiglia in cui ci sono: una coppia “regolare” con tre figli, una coppia di due uomini omosessuali che hanno adottato una bambina (dai tratti asiatici), una coppia composta da un sessantenne che ha sposato una  trenta-trentacinquenne colombiana (uno schianto!), già mamma di un figlio adolescente e neomamma di un piccolino nato dal nuovo matrimonio. Con umorismo, intelligenza, libertà di pensiero, rispetto per tutte le diversità, questa commedia può più di tanti discorsi: dimostra che l’amore, compreso quello per i figli, non ha sesso, né colore, né età. È amore e basta e nessuno può giudicarlo.

Cipriana Dall’Orto, giornalista

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